L’attualità delle parole vale per il tempo reale in cui sono dette

Totalmente prive di senso le sorprese e il sarcasmo di molti commentatori sul cambiamento di posizione di partiti e leader per il governo Draghi

Darò una versione controcorrente alla stigmatizzazione che si dà in questa rincorsa a salire del carro del più forte: Mario Draghi. In una condizione di emergenza – quale è la nostra condizione determinata dalla stagnazione economica e dalla crisi pandemica – non potrebbe essere diversamente. Il predecessore non avrebbe mai potuto assolvere al ruolo unificante, come invece sta riuscendo a Draghi. Non ci poteva riuscire per mancanza di peso specifico ma anche perché è nato ed è l’espressione di un partito. Lo stesso partito che aveva formato un governo con la Lega per poi virare a sinistra col Pd. ( Il trasformismo è una formula che non può essere adottata in numero superiore a due. Lo dimostra l’esperienza di Depretis tra destra e sinistra storica. Ma anche lo stesso Giolitti. Enrico di Navarra cambiò la sua conversione da protestante a cattolico, ma poté farlo una sola volta: “Parigi val bene una messa!”) Non debbono nemmeno meravigliare le adesioni di alcuni partiti (Lega e Cinquestelle) da cui non ci si aspettava la ‘conventio’ su Draghi. Cambiato il quadro di riferimento è positivo che chi fa politica cambi orientamento. Beppe Grillo come Giuliano l’Apostata dal messaggio con crismi di religiosità è passato ad abbracciare l’egida del mercato. Come De Gregori: “il padrone non sembrava poi cattivo”. Tutto questo gioco di riferimenti per dire che il mutamento di orientamento fa parte del seme della politica. Perché non sono i convincimenti puri e semplici ad avere un senso, tanto il come sono contestualizzati con il loro attuale. Nel quindicesimo capitolo del Principe è presa la posizione per cui il principe deve essere pronto a negare la sua stessa parola per andare oltre. Questo perché per il principe il venir meno ai patti è doveroso quando le condizioni vengono meno. Deve esser capace di seguire i venti della fortuna per non esserne sopraffatto. Senza remore, deve venir meno al mantenimento della parola data. Questo perché il principe deve difendere lo Stato e onorarlo sempre e per tutto. Mantenere la parola data può esser un lusso che uno Stato, una comunità, potrebbe non permettersi. Davanti alla sopravvivenza, non di un singolo ma dell’architrave di un’intera comunità, il motto fondante è sempre lo stesso: ‘priori vivere’… Essere fedeli a quelle che oggi appaiono fumosità di inizio secondo millennio è un lusso che non possiamo permetterci.

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