Green pass obbligatorio nelle università: gli intellettuali si scaldano

Alessandro Barbero, il sotterfugio dei vaccini

Scomodare Dante

La questione sta facendo discutere, e pure parecchio. Perché innanzitutto riguarda un argomento spinoso e poi perché ha finito per coinvolgere lo storico italiano più mediatico del momento, il professore Alessandro Barbero.

I fatti: centinaia di docenti universitari nei giorni scorsi hanno firmato un appello contro il Green pass obbligatorio negli atenei.

“Molti tra noi – si legge nella lettera – hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid19, convinti della sua sicurezza ed efficacia. Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione” e con quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, che chiarisce che ‘è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate per diversi motivi o che hanno scelto di non essere vaccinate”.

Il green pass per i docenti che hanno sottoscritto l’appello in sostanza “suddivide la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi quei diritti fondamentali garantiti loro dalla Costituzione”.

Tra i firmatari dell’appello anche il professor Barbero, subito finito nell’occhio del ciclone.

Ma il docente dell’Università del Piemonte orientale, aveva già chiarito pubblicamente la sua posizione intervenendo in un convegno a Firenze.

Un conto è dire ‘Signori abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario e di conseguenza adesso introduciamo l’obbligo, io non avrei niente da dire su questo. Un altro conto è però dire ‘no, non c’è nessun obbligo, per carità… semplicemente non puoi più vivere, non puoi più prendere treni, non puoi più andare all’università. Però – ha sottolineato con ironia – non c’è l’obbligo nel modo più assoluto…e il green pass serve per questo, non per indurre la gente a vaccinarsi col sotterfugio”, aveva spiegato lo storico che in conclusione aveva detto: “Credo che Dante il girone degli ipocriti avrebbe trovato modo di riempirlo fino a farlo traboccare, con i nostri politici”.

A stretto giro è arrivato il commento di Massimo Gramellini nella sua rubrica sul Corriere della Sera.

Quello che però il professor Barbero si dimentica di aggiungere è che in quel girone il governo farebbe fatica a trovare un posto libero: gli ultimi, Dante li avrà già sicuramente assegnati ai docenti universitari che se ne stavano muti finché il green pass colpiva i ristoratori, ma che si sono improvvisamente svegliati dal sonno degli indignati appena la tempesta ha investito la loro piccola corporazione. Almeno dagli intellettuali ci si aspetterebbe che reagissero ogni qual volta ritengono leso il Bene Comune e non solo quando il sopruso, vero o presunto, lambisce il loro particulare”.

Partita chiusa? Chissà, voi che ne pensate?

 

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