G20, tassazione minima globale

Tutti concordano, ma specialmente Stati Uniti, Brasile, Francia e Corea

Un problema che hanno tutti i paesi è quello di obbligare grandi concentrazioni economiche rappresentate da imprese multinazionali a pagare equamente le tasse nelle realtà dove operano, hanno sede o insediano delle sedi amministrative o produttive.

Sono attività che eludono le tasse proprio nei paesi dove fanno i guadagni più grandi. Il problema non è solo per l’Italia. Nessun paese, in punta di diritto, riesce a far valere il merito dei costi reali di una grande concentrazione produttiva nel proprio sedime.

Di qui nasce la necessità dell’accordo internazionale affinché in ogni dove queste grandi attività siano costrette a pagare un livello di esazione proporzionale alle proporzioni dell’impresa per come opera in quello specifico territorio.

Ed è per questo che l’accordo nel G20 è stato ampio. La formula ideata è quella di tassazione minima globale. L’esazione di risorse da chi riesce a creare forti guadagni diventa un obiettivo decisivo per una ripresa che sia anche equa. IN tal senso abbattere le diseguaglianze fra Paesi ad alto e basso reddito.

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