Borsa

L’incertezza dei mercati si abbatte sui “giganti”

Le Borse di tutto il mondo non se la passano molto bene, in questo periodo. Persino Amazon e Netflix vedono rosso

Sembra incredibile o impossibile, visto il loro giro di mercato, eppure i titoli in Borsa di certe aziende non se la passano niente affatto bene. È l’incertezza a regnare sovrana, l’inflazione che impazza e che in Italia viaggia già oltre il 3,5%, la diffusione della variante Omicron, le attese nervose per sapere come la Fed, la Federal Reserve System, la Banca centrale americana, cambierà i tassi di interesse. Ci si mettono di mezzo, e non poco, la paura di venti di guerra che arrivano dall’Est, come il conflitto in essere tra Ucraina e Russia, con la possibile conseguenza della chiusura in modo definitivo dei rubinetti del gas, contribuendo ad esasperare i rincari energetici e di tutti i prodotti che porterebbero a un peso insostenibile le nostre spese quotidiane, ma anche i foschi scenari che riguardano i movimenti di truppe americane nel mare delle Filippine, pronte a stoppare le “avance” militari della Repubblica Popolare Cinese sull’isola di Taiwan. Persino le ansie legate all’indefinita elezione del nostro presidente della Repubblica, tutti elementi che contribuiscono a gettare le Borse di Europa e Stati Uniti nel panico, mandando in rosso tanti “grandi”. La giornata di ieri appena terminata, tanto per dire, le ha viste registrare ribassi che, nella Borsa di Milano, sono stati nell’ordine del 4% nella prima seduta della settimana. Tanto basta per affossare marchi come Stellantis (la multinazionale che associa tra le altre Peugeot, Fca, Opel, Citroën, Renault), giù al -5%.

Anche i ricchi piangono

Ma certi scossoni riguardano pure altre società ritenute al top del top. Prendiamo Netflix, ad esempio: gli abbonati crescono meno del previsto, 2,5 milioni per i primi tre mesi del 2022, invece dei 4 milioni attesi, e non sono stati raggiunti neppure gli 8,5 milioni ventilati nell’ultimo trimestre del 2021, come era l’obiettivo, “fermandosi” a 200mila abbonamenti. Una piccola cifra, in apparenza, ma tanto è bastato e il titolo, solo pochi giorni fa, è crollato del 20%, un frenata seguita al boom di abbonati soprattutto nel 2020, l’anno clou del Covid. Ma ora si sono fatti avanti concorrenti agguerriti, come la Disney, e Netflix ci sta rimettendo le penne, pardon, gli abbonamenti.

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Ah, i profitti non sono più quelli di un tempo…

Che il declino (sperato, desiderato e al momento disatteso) della pandemia possa anche essere la causa della (relativa) discesa del colosso dell’e-commerce per eccellenza, Amazon? A onor del vero, già da mesi il gigante inventato da Jeff Bezos sta perdendo fette di mercato, e continua a registrare ribassi, che lo hanno portato a chiudere la giornata del 24 gennaio a -5,84% e gli analisti sono propensi a stimare una fase futura ancora negativa. Nonostante questo, sostengono esperti del ramo, Amazon rimane sempre un investimento interessante per chi intende investire poco, a fronte di perdite dunque contenute ma anche di guadagni modesti, quando il titolo è in risalita, perché comunque la ditta di Seattle è da tutta la sua vita (circa 30 anni) che è caratterizzata da alti e bassi. Solo a fine 2021, l’attuale Ceo della società, Andy Gacy, parlava di vendite comprese tra 130 e 140 miliardi di dollari, con una crescita dal 4% al 12%. Profitti non altissimi perché anche Amazon, come le altre imprese del mondo, ha subito problemi di approvvigionamento e di aumento dei prezzi delle merci e dei trasporti. Ha dunque dovuto investire e di parecchio in modo da rispettare ciò che è alla base della sua filosofia, cioè consegnare ai clienti i prodotti richiesti in tempi brevi. Insomma, “povera” Amazon: per dirla in modo semplice, per molti mesi durante il lockdown ha guadagnato alla grande ma ha poi dovuto spendere un bel po’ per mantenersi all’altezza. In questa ottica rientrano pure gli investimenti che sta facendo proprio nel nostro territorio, già un bel po’ modificato dalla sede logistica di Passo Corese, attiva dal 2017. Entro pochi mesi, dicono certi rumors, Amazon dovrebbe aprire un nuovo stabilimento nell’area industriale di Fiano Romano, per una nuova forma di consumo in arrivo dall’online, da noi ancora non così frequente: ovvero gli alimentari freschi.

La diversificazione di attività, da Fiano a tutto il territorio del nord-est

Come dire: per sopravvivere e avere comunque i profitti, se pur meno esagerati dei tempi di quarantena, bisogna diversificare la produzione, come sa ogni bravo commerciante (e chi gestisce Amazon lo è senz’altro). A Prato della Corte di Fiano, insomma, dovrebbe prendere il via un nuovo servizio, Amazon Fresh. Altro che semplici pacchi: una vera e propria spesa di prodotti freschi (e non sono esclusi alimenti locali) che arriverebbero a casa in giornata. Un cambiamento di visione su come fare la spesa quotidiana, sempre a prezzi economici, che certo cambierà le nostre abitudini. Un concorrente difficile da battere, per supermercati e negozi di vicinato, con scaffali virtuali in cui selezionare oltre 10mila prodotti (Amazon Fresh è già una realtà in diverse città italiane). E con l’arrivo di Amazon a Fiano, si spera in un miglioramento della viabilità e delle risorse idriche, che nella zona industriale, da sempre, hanno lasciato un po’ a desiderare.

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Si parla anche svedese

Anche se in questo discorso Amazon “prende tutto”, vogliamo concludere queste lunghe righe con un riferimento a un’altra azienda presente nel territorio di cui forse non si parla a sufficienza. La Trelleborg Wheel Systems di Villa Adriana, gruppo imprenditoriale con alti valori di crescita e che, al pari dell’azienda americana, non ha mai chiuso i battenti: occupandosi in particolare di pneumatici destinati alle macchine utili in agricoltura, appartiene alla categoria delle attività essenziali. La società, di origine svedese, quotata alla Borsa di Stoccolma, ha chiuso, sempre al 24 gennaio, con una perdita del 3,13%, nella sua globalità, poiché è composta da altre divisioni, oltre la Wheel Systems. Tuttavia, dicono gli analisti, l’azienda risulta sostanzialmente stabile e, tra le sue varie attività, come prodotti di precisione, per l’ingegneria, per l’industria medica, è la Wheel Systems (che rappresenta il 26,7% delle vendite), quella con quartier generale proprio nell’area tiburtina, a perdere di meno, nei valori complessivi. Peccato che non sia facile per l’azienda trovare personale, giovani preparati, diplomati e/o laureati, provenienti proprio dalle nostre zone e stia allargando il “reclutamento” anche verso altre regioni d’Italia.

 

 

 

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