GUIDONIA – “Parli troppo, sei un infame”, ecco le ragioni del sequestro del ventenne

COLLE FIORITO VIOLENTO/2 - Quartiere da Far West: due dei tre sequestratori erano gli obiettivi della sparatoria al “Bar Green”

La droga e lo spaccio.

C’è un unico filo conduttore nel sequestro del 21enne torturato a Colle Fiorito, il quartiere di Guidonia Montecelio sempre più alla ribalta della cronaca nera per azioni criminali e spregiudicate avvenute alla luce del sole (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO).

Vittima e carnefici di questa pagina di malavita si conoscono tutti. Abitano tutti a pochi isolati di distanza in case popolari occupate nella zona nuova del quartiere, dove troneggiano le famigerate “Torri”, i grattacieli popolari di proprietà dell’Ater, nel 2019 teatro di una maxi retata da parte dei carabinieri della Compagnia di Tivoli coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda).

Vittima e carnefici gravitano tutti nell’ambiente dello spaccio di droga.

Lo stesso “settore” in cui operano Pasquale V. e Francesco V., padre e figlio originari di Napoli rispettivamente di 46 e di 23 anni, arrestati il 16 dicembre scorso perché considerati gli autori materiali della sparatoria del 30 agosto 2022 davanti al “Bar Green” di via delle Genziane, sempre a Colle Fiorito (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Dalle indagini è emerso che il sequestro di lunedì 9 gennaio ruota sempre intorno all’agguato.

Attraverso le telecamere di videosorveglianza e le intercettazioni telefoniche, infatti, i carabinieri stanno ricostruendo il puzzle per individuare uno ad uno i presenti all’aperitivo al “Bar Green” nella serata del 30 agosto, dileguatisi prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.

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L’ultimo che mancava all’appello era Mirko F., ma nei giorni precedenti al sequestro il 36enne originario di Villanova si era visto notificare un invito in Procura per essere interrogato sulla sparatoria della scorsa estate.

A quel punto, il pregiudicato ha addebitato la responsabilità al 21enne, che farebbe parte della “scuderia” di pusher dell’aspirante boss e che nei giorni scorsi avrebbe manifestato la volontà di uscire dal “giro”. In poche parole, Mirko F. si è convinto che il giovane abbia parlato troppo al telefono, sia stato intercettato mentre svelava la presenza del 36enne al “Bar Green” e per questo voleva essere “risarcito” di 32 mila euro in previsione di un suo possibile arresto.

Chi sono gli autori del sequestro del 21enne disoccupato?

Il 31enne Cristian M. è appena tornato in libertà dopo aver scontato 5 anni per aver fatto parte della cosiddetta “Banda della Torre 18”, l’associazione a delinquere che ha gestito a lungo i traffici di droga a Colle Fiorito, smantellata dalla Dda e condannata complessivamente a 30 anni di carcere (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Mirko F. e Sergio F., invece, sono due scampati alla sparatoria del 30 agosto 2022 davanti al “Bar Green” di via delle Genziane.

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In realtà, pare che il vero obiettivo di quell’agguato a colpi di pistola fosse proprio il 21enne italiano sequestrato e torturato, che nella stessa giornata del 30 agosto 2022 avrebbe avuto un violento diverbio verbale con Pasquale V. e Francesco V., padre e figlio arrestati come esecutori dell’agguato.

Dalle indagini è emerso inoltre che Mirko F. e il 21enne sequestrato riconobbero subito chi esplose i sei colpi di pistola e, insieme, si lanciarono in auto all’inseguimento della Mercedes condotta dal 23enne e della Fiat Punto del 46enne.

L’unico a restare al “Bar Green” fu Sergio F., 39 anni, incensurato, insieme ad un amico. I due furono accompagnati in caserma dai carabinieri per essere ascoltati come persone informate sui fatti, dopodiché scattarono le perquisizioni domiciliari.

Nella casa popolare occupata a Colle Fiorito da Sergio F. gli investigatori sequestrarono un etto di cocaina suddivisa in 9 involucri insieme a 90 grammi di mannitolo, un lassativo utilizzato dal pusher come sostanza da taglio, contanti e appunti considerati utili alle indagini (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).

Un pesce piccolo, neppure troppo scaltro se è rimasto sul luogo della sparatoria in attesa dei carabinieri pur custodendo in casa un etto di polvere bianca.

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