Dovrà rispondere di lesioni personali colpose il proprietario del pitbull che sabato scorso 25 febbraio ha terrorizzato la zona di Paterno, quartiere alla periferia di Tivoli (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Uno scorcio di via Primo Levi, a Paterno, dove è avvenuta l’aggressione
Si tratta di un 28enne italiano di origine araba residente nella stessa zona dove il pitbull inferocito ha sbranato tre gatti, ferito un cane e tre uomini, tenuto sotto scacco gli abitanti di via Primo Levi, una stradina tranquilla di Paterno, prima di essere abbattuto con un colpo di pistola dai carabinieri.
Il proprietario si è presentato ai militari dell’Arma, raccontando che il terrier era fuggito dal giardino del suo villino, versione considerata credibile che tuttavia non gli ha evitato la contestazione dell’articolo 590 del Codice Penale per le lesioni personali colpose inferte dal cane ad almeno tre persone (CLICCA E LEGGI LA LEGGE).
Nel caso di lesioni di più persone il Codice prevede l’aumento fino al triplo della pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse, ossia per le lesioni gravissime, con la reclusione da tre mesi a due anni oppure la multa da 309 a 1.239 euro.
Secondo il Codice, a seguito della Riforma Cartabia, si tratta di un delitto punibile a querela della persona offesa (CLICCA E LEGGI LA RIFORMA CARTABIA).
In poche parole, il proprietario del pitbull inferocito potrebbe cavarsela qualora decidessero di non denunciare Stefano e Giammarco De Santis, padre e figlio di 56 e 28 anni, proprietari del meticcio Yago, aggrediti dal terrier (CLICCA E LEGGI L’ARTICOLO DI TIBURNO).
Giammarco De Santis e Yago: il 28enne ha salvato il suo meticcio dalla morsa del pitbull
Il genitore, agente di commercio ed ex presidente della “Estense Tivoli”, ex società calcistica tiburtina di Prima Categoria, ha riportato lacerazioni della carne alla gamba sinistra e all’avambraccio sinistro, ferite suturate con 7 punti e giudicate guaribili in 10 giorni dai sanitari dell’ospedale di Tivoli.
Il ragazzo ha subìto profonde lacerazioni sulle braccia, sulle gambe e sulla mano destra suturate con 12 punti al pronto soccorso del “San Giovanni Evangelista”, da dove il giovane cuoco è stato dimesso con una prognosi di sette giorni.
“Io e mio figlio siamo pronti a denunciare penalmente e civilmente – spiega Stefano De Angelis – e lo faremo nelle prossime ore. Sarà l’Autorità Giudiziaria a stabilire come sono andati i fatti, perché il pitbull è fuggito e soprattutto perché era così inferocito da trasformarsi in killer.
Dobbiamo denunciare anche per rispetto a quel cane morto.
La mia opinione personale è che nessun cane nasca tanto aggressivo.
Le scuse del proprietario? Non ne abbiamo ricevute, né intendiamo riceverle: se la vedrà col nostro avvocato”.