Avrebbero falsificato i resoconti sui bilanci, dando un’immagine migliore della reale situazione finanziaria.
Per questo la Procura di Roma ha messo sotto inchiesta 8 tra direttori ed ex direttori generali delle Asl e delle aziende delle aziende ospedaliere del Lazio.
Venerdì 7 dicembre il Nucleo della Polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza ha notificato ai manager gli avvisi di garanzia emessi a distanza di un anno dall’apertura delle indagini, scaturite a seguito dei rilievi fatti dalla Corte dei Conti che ha trovato discrepanze tra le gestione sanitaria accentrata della Regione e i bilanci delle singole strutture.
I fatti risalirebbero al periodo compreso tra il 2017 e il 2020 durante gli anni della presidenza di Nicola Zingaretti, che tuttavia sarebbe estraneo ai fatti, come anche l’ex assessore alla sanità Alessio D’Amato.
Secondo l’ipotesi investigativa, i dirigenti delle Asl avrebbero approvato note di credito inesatte relative a erogazioni aggiuntive ricevute dalla Regione. I debiti venivano formulati in maniera tale da poter essere poi cancellati attraverso una semplice regolarizzazione contabile, traendo in inganno i contabili della Regione prima e del Ministero dell’Economia poi.
Le indagini sono ancora in corso, al momento la Procura ipotizza che i crediti sanitari su cui mancherebbero i giustificativi potrebbero ammontare fino a 900 milioni di eurp.
Proprio grazie a queste note nel 2020 la Regione Lazio è potuta uscire dal commissariamento iniziato nel 2008 durante l’amministrazione del Governatore Renata Polverini.