Spider Man come Bob Dylan

IL No Way Home richiama letteralmente la Beat Generation e il film biografico sul musicista canadese

IL titolo è il nuovo programma sul quale da tempo Spider Man chiede ai suoi ammiratori di sintonizzarsi. No Way Home.

Inizia con la fine dell’ultima storia, “Far From Home”, dove affronta Mysterio e il problema dell’identità multipla. Il ventenne, alter ego del super eroe, si è trovato in una tempesta mediatica, quasi a significare che il vero nemico impossibile da battere abita nei mezzi di comunicazione. Peter Parker non può far altro che ricorrere ad un “sapere altro”, a una “meta-conoscenza”, a una dimensione arcana del sapere … Alla magia di Doctor Strange. Entra quindi nel multiverso, tornano nemici storici, Doctor Octopus (come nella dizione fumettistica), Goblin ed Electro. Sì, perché quando si gioca nell’Eterno Ritorno per ripescare le dimensioni lasciate dall’asse temporale fuoriescono anche i mostri che erano lasciati sopiti.

Non è una novità che la metafisica di Stan Lee vada a ripescare i tropi più consolidati della psicoanalisi, accompagnati dai classici del mistero, presi però come occasione per risvegliare le nostre coscienze. Chi siamo? Che cosa siamo? Quante persone abitano la nostra identità? Spider Man, in testa a tutti i personaggi Marvel vuole solamente risvegliare domande e se non lo fa diverte. E il suo segreto oramai non è più la sua vera identità bensì la capacità di risvegliare la coscienza infantile in ciascuno di noi.

Ma oltre lo spirito di avventura del pioniere, tra le domande che risveglia è quella per cui la casa che abitiamo non ci appartiene, non somiglia all’identità che finora l’ha abitata, per cui, come per la Beat Generation il ventenne deve trovare nuove frontiere e scoprire altrettanti luoghi dove mettere alla prova sé stesso. Spider Man incarna, più di tutti gli altri super eroi, il vero spirito americano.

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