Questo è uno dei cimiteri di Roma Captale, a servizio principalmente delle popolazioni dei quartieri vicini, da Corcolle a Castelverde. Una situazione talmente fuori controllo, che ormai i parenti non sanno più a che “santo” appellarsi. A raccogliere il malumore degli abitanti della zona è il presidente del comitato di quartiere di Castelverde, Andrea De Carolis, che per descrivere la situazione non usa mezzi termini: “Ama non ha cura delle persone quando sono vive, e basta vedere i nostri quartieri, figuriamoci da morti”.
La gestione cimiteriale è infatti in mano alla municipalizzata che si occupa della gestione dei rifiuti urbani per Roma Capitale da diversi anni ormai. Ma a giudicare dalla situazione in cui versa il cimitero di San Vittorino, sembra che non ci siano mai passati. Erba incolta, abbandono, degrado. “Non c’è più rispetto – continua De Carolis – Le persone mi fermano per chiedermi di fare qualcosa, la situazione è ovviamente delicata perché questo è un luogo in cui le persone vengono a trovare i propri defunti. Un posto sacro, che purtroppo in questo modo può essere vissuto solo come ogni altro luogo di questa città, martoriata dall’incuria. L’unica cosa che possiamo fare e appellarci ad Ama per chiede un intervento immediato – continua De Carolis – non è più accettabile”.
Come se questo non bastasse, intorno al cimitero di San Vittorino insistono altri problemi. Il quartiere infatti non è più servito come prima dal servizio di trasporto pubblico dell’Atac. Il bus della linea 042 è limitato a sei corse la giorno creando un enorme disagio agli abitanti di zona e del borgo. “E infine il parcheggio – conclude il presidente del comitato – troppo piccolo, si allaga ad ogni pioggia. Se è vero che questo sito, sulla carta, è a servizio a disposizione di tutta la città malgrado si trovi nel nostro territorio, il Campidoglio come intendere risolvere questi disagi? Combattere per ottenere decoro all’interno di un cimitero è davvero l’ultima cosa di cui avevamo bisogno”.
Mentre con l’arrivo della primavera, e poi dell’estate, le spighe continueranno a crescere e fare il proprio ciclo. A spese di quelle famiglie che non posso trovare una attimo di raccoglimento intono al proprio caro.
Ve. Al.