Un gioiello della nostra produzione cinematografica per vivere deve essere proiettato, non semplicemente tramandato. Il film del ’64 ha ancora una forte attualità perché celebra lo straniamento dai beni e dall’egida della produzione. Risolvendo i problemi dell’esistenza reale – come il garantire la propria sussistenza in vita – non si è data ancora risposta a una domanda sull’esistenza. Ed è per questo che l’icona dell’esistenzialismo italiano, Monica Vitti, uscita da un incidente mortale non sa trovare una collocazione nella Ravenna industriale ai tempi del boom economico (64). Nell’incapacità di trovare una dimensione in quel suo mondo così alieno finisce per trovarsi una maschera, l’amante, del tutto insoddisfacente per lei. Il film tocca i vertici dell’esistenzialismo cinematografico e dell’individuazione di una nuova alienazione prodotta nel mondo industriale, quella dell’impossibilità di vivere come universalità. “Se mi pongo davanti al mare dimentico la terra” – fa dire alla protagonista.
In un età in cui si moltiplicano le alienazioni il recupero del film porta alla capacità di viveri esteticamente la dinamica lacerante. A Villa d’Este ad accompagnare nella proiezione ci sarà Paolo Ferrari, direttore della fotografia.

Deserto Rosso
Il capolavoro di Michelangelo Antonioni proiettato a Villa d'Este mercoledì sera
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