“L’esclusione ingiusta e paradossale”

L'avvocato Fabio Frattini spiega i motivi dell'impugnazione contro la decisione di escludere Cesare Placidi dalla corsa elettorale

Il ricorso per il caso Placidi era inevitabile. Ad occuparsene l’avvocato Fabio Frattini del foro di Tivoli. “Il ricorso al tribunale civile e non al Tar”, premette il legale, “ha una motivazione precisa: consideriamo che in questa vicenda sia stato leso un diritto soggettivo e non un interesse legittimo. Ora aspettiamo la decisione”. “Di fatto al mio assistito, con l’incandidabilità è stata inflitta una sorta di pena accessoria”, chiarisce il legale. “Pur nella piena consapevolezza dei ristrettissimi limiti concessi dalle legge Severino per come interpretata dai giudici amministrativi e dalla Corte Costituzionale ho assunto l’incarico di assistere il candidato sindaco architetto Cesare Placidi perché ritengo profondamente ingiusto precludere, a lui e a tutti coloro compongono la sua lista, di partecipare ad una competizione elettorale per un fatto di lievissima rilevanza penale verificatosi oltre venticinque anni fa”, dichiara l’avvocato, “D’altronde il reato di abuso d’ufficio, quello che venne contestato nel lontano 1995, all’allora sindaco Placidi, è un reato che ha subìto una infinita serie di modifiche proprio perché tende ad imbrigliare gli amministratori pubblici cui viene spesso inibito di assumere decisioni per il bene pubblico”. “Oltretutto, la situazione è ancora più paradossale perché la legge Severino inibisce all’architetto Placidi di partecipare alle elezioni comunali ma gli consentirebbe di partecipare alle elezioni al Parlamento europeo, al Senato ed alla Camera perché, in questi casi, l’incandidabilità per condanne uguali a quella riportata dal mio assistito è di soli 6 anni”.

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